Tra le coppie più belle di matematici nella storia della scienza non possiamo non nominare quella tra Teano e Pitagora.
Sicuramente la loro storia d’amore, che ha enormi falle da un punto di vista storiografico tanto che spesso si suppone che Teano fosse la figlia, non è esaltante per la loro differenza di età (che è un modo estremamente edulcorato di raccontare la storia): Pitagora fondò la scuola pitagorica di Crotone nel 530 a.C. circa, quando lui aveva tra i 40 e i 50 anni, e incontrò in quella città Teano, che aveva trai 10 e i 20 anni.
Va sottolineato che il fenomeno della pederastia (la relazione tra docente e studente, tipicamente omosessuale) era di uso comune nell’antica Grecia, motivo per cui potremmo ricondurre il rapporto tra Teano e Pitagora a questa pratica usuale: resta il fatto che la loro relazione non sarebbe fortunatamente più possibile ai nostri tempi.
Aldilà di questo discorso, il rapporto tra Teano e Pitagora è scientificamente affascinante: entrambi erano brillanti menti e probabilmente proprio attraverso uno scambio costante di idee e informazioni generarono una teoria musicale cosmologica che univa le loro più grandi passioni.
Da un lato Pitagora era un profondo conoscitore della teoria musicale: studiò i rapporti tra le varie note e generò anche una scala musicale pitagorica, armonica secondo leggi matematiche. Dall’altro Teano era sì una filosofa ma anche una cosmologa, e dai testi che ci sono rimasti possiamo supporre che avesse una vasta conoscenza in campo astronomico, avendo approfondito in particolare i rapporti tra i vari pianeti.
Si venne così a generare una teoria chiamata Musica Universalis, o Musica delle Sfere, poi approfondita anche da Keplero nei secoli successivi: era una teoria filosofica sostenuta dai pitagorici per cui i moti di Luna, Terra, Sole e in generale di tutti i pianeti fossero proporzionali tra loro: non solo in un senso fisico, ma anche in un senso musicale.
In questo senso i pianeti, la Luna e il Sole sarebbero stati in grado di produrre ognuno un brusio però impercettibile all’orecchio umano perché da sempre abituato a questo suono divino: l’Universo genera così una musica estremamente armonica, governata dai rapporti matematici, espressione della sua perfezione.
Una teoria estremamente metafisica che racchiude perfettamente tutti i temi trattati dalla scuola pitagorica, non solo scuola matematica ma soprattutto filosofica: l’Universo era infatti visto come qualcosa di vivo e l’uomo doveva dedicarsi alla vita contemplativa per riuscire a raggiungere la vera comprensione del tutto.
Una teoria che aveva le sue radici profonde nella vastissima conoscenza astronomica e matematica dei pitagorici ma soprattutto nelle credenze misteriche orfico-dionisiache. In fondo va ricordato che, per quanto i loro risultati matematici siano inoppugnabili e ancora noti a più di duemila anni di distanza, la scuola pitagorica assomigliava più a una setta mistica che a un gruppo di scienziati come li potremmo intendere oggi.
Una cosa è certa: la condivisione di informazioni scientifiche tra i due amanti Teano e Pitagora, per quanto ad oggi questa teoria di una musica universale possa sembrarci fantasiosa, è stata in grado di portare il loro amore a un livello superiore e a consacrarlo in una teoria matematica cosmologica, che unisse gli ideali e gli studi dei suoi generatori.
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