Oggi vi parleremo di una astronoma nota per i suoi dettagliatissimi dipinti astronomici: Maria Clara Eimmart (1676-1707).

Il padre di Maria Clara, il pittore Georg Chistoph Eimmart, era il direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Norimberga, nonché grande appassionato di astronomia e fondatore del primo osservatorio della città tedesca. La figlia crebbe quindi immersa in un contesto dinamico e stimolante, che le consentì di comprendere fin dalla tenera età lo stretto rapporto tra arte e scienza. Grazie al genitore studiò francese, latino e matematica e si specializzò nell’illustrazione botanica, di cui nulla rimane, e astronomica.

Lavorando come assistente nell’Osservatorio di Norimberga, partecipò agli avvistamenti di numerosi fenomeni astronomici, tra cui l’eclisse solare totale del 12 maggio 1706, che disegnò nel corso dell’ultimo anno della sua breve vita. Morì infatti di parto nel 1707.

Tra il 1693 e il 1698 compì numerose osservazioni servendosi di un telescopio, uno strumento ideato all’inizio del secolo che stava diventando di uso comune tra agli astronomi, e a partire da quelle eseguì numerosi disegni. In essi è evidente la stretta relazione tra rappresentazione artistica e ricerca scientifica: in ogni suo dipinto sono presenti importanti informazioni tecniche, tra cui la date di ogni osservazione. Alcune sue tavole furono incluse in appendice alla pubblicazione del padre del 1701, Ichonographia nova contemplationum de sole in desolatis antiquorum philosophorum ruderibus concepta.

In un’epoca in cui le lastre fotografiche non esistevano ancora, i dipinti degli oggetti celesti erano l’unico modo per mostrare quello che veniva osservato in cielo. Presso il Museo della Specola è conservata la serie di tavole Raffigurazioni di fenomeni celesti dipinte da Maria Clara Eimmart e donate dopo la sua morte a Marsili, fondatore dell’Istituto delle Scienze di Bologna.

All’astronoma è stato dedicato un cratere sulla Luna.

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