Se le cose che studiamo siano scoperte o inventate è una domanda che affligge da sempre i matematici e, in senso lato, anche gli astronomi. 

Quando parliamo di costellazioni infatti tendiamo a dimenticare che il telo che noi vediamo guardando “in alto” in verità corrisponde ad uno spazio in tre dimensioni, in cui le stelle che fanno parte della stessa costellazione sono in verità molto lontane l’una dall’altra. 

Ciò che noi percepiamo è solamente la proiezione della luminosità di queste stelle, motivo per cui siamo portati a pensare che le stelle che formano una stessa costellazione si trovano su uno stesso piano: niente di più falso. 

Prendendo una costellazione abbastanza nota, quella dell’Orsa Minore, potremmo solamente fare questo esempio: la Stella Polare si trova a circa 432 anni luce dalla Terra, mentre Kochab, un’altra stella della stessa costellazione, a 131 anni luce. Per dare un’idea di quanto distante sia un anno luce basta pensare che potrebbe contenere più di 50mila volte la distanza tra la Terra e il Sole.

Queste grandezze sono poco agevoli per noi umani e soprattutto poco comprensibili, perché non riusciamo fisicamente a renderci conto di quanto vasto sia lo spazio, se paragonato alle misure che riusciamo a toccare con mano sulla Terra.

Questo chiaramente non significa che le costellazioni siano inutili, anzi: sono proprio le convenzioni che in scienza ci permettono di avere un dizionario comune per parlare di ciò che ci circonda. 

Ma se guardate in cielo e credete di aver visto da qualche parte la costellazione del Pikachu non temete: è proprio così che più di duemila anni fa abbiamo iniziato a mappare il cielo, quindi non vediamo perché non potrebbe esistere anche questa nuova costellazione!

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