Ora come non mai, tutt3 sentiamo parlare di divulgazione scientifica. Ci siamo anche sentite dire spesso che questo lavoro è diventato ormai una moda, un filone che noi Matefisiche stiamo seguendo.

Ma da quando chi si occupa di scienza pensa che sia una buona idea far conoscere al resto del mondo il proprio lavoro?

Di fatto: da sempre! Con la diffusione dell’Illuminismo, nel diciottesimo secolo, alcuni fisici si sono preoccupati non solo di applicare il nuovo metodo scientifico, e le regole del filosofare di Newton, alla loro attività di ricerca e di insegnamento accademico, ma anche di diffondere ad un pubblico più vasto quella che doveva essere un patrimonio di tutt3 (Si, anche donne e bambini).

Oltre a rendere alla portata di tutti i complessi temi di ricerca, un’altra attività consisteva nello smontare le “ciarlatanerie”, le fake news di quel tempo. Alcuni fisici iniziarono a studiare i metodi e i principi su cui si basavano queste false notizie, ed eseguire dimostrazioni nelle quali erano in grado di riprodurle, oppure dimostrare la loro mendacità.

Il loro proposito era quindi quello di diffondere il sapere scientifico, non solo attraverso rappresentazioni spettacolari, ma fornendo una spiegazione alla portata di tutti sulle cause di questi fenomeni, in modo da stimolare spirito critico e curiosità nel pubblico.

Di questo parla ampiamente la mia bravissima relatrice Sofia Talas, del Museo di Storia della Fisica di Padova, nei video “Scienza e Fake News: un duello di lunga data”, che potete trovare su Youtube.

Vorrei concludere esprimendo il mio totale accordo con questa filosofia di divulgazione scientifica, vecchio ormai 300 anni: la divulgazione non dev’essere solo spettacolo o gioco di prestigio, non è nata per questo. La bellezza della scienza non sta nei suoi effetti, ma nelle sue cause, nello svelare i misteri e le leggi che governano i fenomeni. Citando il film The Prestige, di Christopher Nolan: “Il segreto non fa colpo su nessuno. Il trucco che c’è dietro, invece, è ciò che conta”.

Fra

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *