Come nasce un’unità di misura? Per quanto riguardato il carato, l’unità di misura comunemente usata in oreficeria per il peso dei diamanti, la storia è particolarmente lunga e interessante.

La parola carato deriva dall’arabo qīrāt, a sua volta derivato dal greco keration, che letteralmente si riferisce al seme della carruba, un ortaggio tipico di Europa Meridionale e Africa Settentrionale, dal sapore forte e sgradevole, molto utilizzato in erboristeria per le sue proprietà lenitive per la gola.

I semi della carruba hanno una proprietà alquanto singolare, ossia quella di essere estremamente simili per massa e peso, tanto da risultare indistinguibili (a meno di imbattersi in qualche esemplare uscito male) se sprovvisti di una bilancia piuttosto sensibile. Per questo motivo, gli orafi iniziarono a utilizzare i semini di questo singolare frutto come unità di riferimento per i diamanti.

Un’unità di misura è una convenzione che deve posare le sue basi su oggetti di riferimento affidabili, ed il seme di carruba risulta effettivamente molto comodo da trovare, oltre che economico.

Il modo di dire “i semi di carruba hanno tutti lo stesso peso” è naturalmente scientificamente inappropriato: tuttavia si deve dire che, secondo una ricerca dell’Università di Zurigo, la differenza di peso da un seme standard, se valutata a occhio, presenta un errore di valutazione del solo 5%.

È dunque comprensibile il motivo per cui questo modo di dire sia giunto fino ai giorni nostri: aver sentito ripetere questa affermazione ci ha colpite molto, tanto da spingerci a riflettere sul significato di unità di misura.

Concludiamo con lo specificare che, in realtà, la massa dei semi di carruba varia fino a un 25%, e che il valore di un carato è stato stabilito in tempi più moderni come equivalente a 0,2 grammi.

Alcuni semi di carruba

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